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Una Coppa del Mondo femminile all'insegna della lotta tra generazioni. E per le azzurre deve essere la stagione della verità

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Una Coppa del Mondo femminile all'insegna della lotta tra generazioni. E per le azzurre deve essere la stagione della verità

Siamo reduci da una delle stagioni di Coppa del Mondo femminile più belle di sempre, se non addirittura la più bella, nella quale un gran numero di protagoniste si sono date battaglia senza esclusione di colpi e hanno mantenuto vivo l’interesse per la conquista della sfera di cristallo quasi fino alla fine.

Questa stagione nasce sotto gli stessi auspici e a rendere più affascinante la vicenda, esattamente come lo scorso inverno, è la lotta tra le veterane e le giovani rampanti che finalmente l’anno scorso sono esplose prendendo possesso di gran parte della ribalta internazionale. Ha lasciato solo un po’ con l’amaro in bocca la conclusione leggermente anticipata della lotta. Non che Anna Fenninger non sia una degna vincitrice della Coppa, anzi, ma due delle sue avversarie hanno dovuto arrendersi anzitempo: Tina Weirather si è infortunata, per l’ennesima volta in carriera, durante le prove della discesa delle Olimpiadi di Sochi, ma soprattutto Maria Riesch si è fatta male nella discesa delle finali di Lenzerheide, infortunio che l’ha portata ad annunciare un ritiro già ampiamente meditato nel corso della stagione.

Nel campo delle veterane dunque Maria non ci delizierà più con la sua classe e la sua umanità infinite, ci sarà in compenso la sua amica Lindsey Vonn che a Lake Louise a inizio dicembre tornerà alle gare e ci tornerà con la voglia di essere di nuovo la dominatrice che è stata negli anni passati: alcune frasi “minacciose” rivolte alle avversarie (“Le altre ragazze probabilmente si saranno sentite molto tranquille con me fuori causa, quando tornerò alle gare non lo saranno più molto”...) non lasciano dubbi in proposito, oltretutto Lindsey ha tutte le intenzioni di andare avanti fino ai Giochi di Pyeongchang 2018, quando avrà 33 anni suonati. Ma anche per una superfuoriclasse come lei sarà difficile contenere la voglia di vincere delle più giovani.

E vediamole, queste giovani. Anna Fenninger, con un po’ di fortuna ma anche con una grande continuità di risultati, si è portata a casa la coppona e a 25 anni non ancora compiuti si è ritrovata ad avere già vinto tutto in carriera: oro mondiale, oro olimpico, Coppa del Mondo generale e trofeo di specialità (in gigante), confermando le stimmate da predestinata che ha avuto fin da giovanissima. Avrà ancora le motivazioni necessarie per continuare a vincere? Noi siamo convinti di sì, così come a maggior ragione le avrà Lara Gut, alla quale, a parte il trofeo di specialità (in superG), mancano tutti i trofei che ha già conquistato la sua amica Anna, che è di due anni più grande di lei.

In attesa che Mikaela Shiffrin, per ora dominante solo in slalom, lo diventi a tutto tondo, questo deve essere l’anno della ticinese di Comano che a nostro avviso è la più talentuosa tra le giovani, non a caso l’inverno passato è stata quella che ha vinto più gare, sette, in tre specialità, deve solo eliminare gli errori (anzi, l’errore, l’internata con conseguente tocco dello scarpone sulla neve e successiva scivolata) che le hanno impedito di lottare fino alla fine con Anna. Attesissima anche Tina Weirather, anche lei molto continua fino all’infortunio in Russia e anche lei talento sopraffino: se la sfortuna la lascerà finalmente in pace il colpaccio le può riuscire.

Tra le veterane abbiamo lasciato da parte l’altra Tina, Tina Maze: dopo che due anni fa centrò la miglior stagione di sempre per un’atleta dello sci alpino in campo femminile, l’anno scorso, malgrado avesse teoricamente dalla sua tanti punti in slalom rispetto alle avversarie (Riesch esclusa), si è subito chiamata fuori dalla lotta per la Coppa pensando solo al grande evento e guarda caso a Sochi ha conquistato due ori, in discesa (ex-aequo con Dominique Gisin) e gigante. Crediamo farà così anche quest’anno pensando soprattutto ai Mondiali e crediamo soprattutto che questa sarà la sua ultima stagione agonistica, tanto più che ha annunciato un anno sabbatico che sa tanto di preludio al ritiro definitivo.

E poi c’è Mikaela Shiffrin: 19 anni, una sciata cristallina e un equilibrio mentale finora mostruoso, pare che quest’estate abbia curato in modo particolare il gigante, il che significa che oltre che tra i pali stretti vuole cominciare a dominare tra i pali larghi senza perdere più di tanto in slalom, oltretutto in questa specialità non ci sarà più tra le sue avversarie Marlies Schild, la plurivincitrice di sempre tra i pali stretti che recentemente ha detto basta. Se Mikaela manterrà un grande rendimento nelle discipline tecniche e farà anche qualche incursione positiva nella velocità allora per la Coppa generale potrebbe esserci anche lei già da quest’anno.

Una possibile sorpresa può essere Viktoria Rebensburg, che in passato ha già dimostrato ottime attitudini da polivalente che avrebbe sicuramente messo in mostra anche lo scorso inverno se non fosse stata male per più di metà stagione. Siamo molto curiosi di vedere come Dominique Gisin affronterà la sua prima stagione da campionessa olimpica di discesa: lei è una di quelle che hanno le possibilità di andar forte in tre specialità. Occhio anche alla canadese Marie-Michèle Gagnon, gran talento finora espresso solo parzialmente, ma anche all'eclettica veterana austriaca Elisabeth Görgl. Quanto a Julia Mancuso, alle sue chance di Coppa generale non ci crediamo più, tanto più che quest’estate, dalle foto che ha pubblicato sui social, sembra abbia pensato più agli sport acquatici che allo sci sulla neve. Qualche successo parziale può ancora centrarlo Nicole Hosp, così come Kathrin Zettel, che tra l’altro a Sölden è sempre andata fortissimo, per non parlare dello squadrone svedese delle discipline tecniche e della rientrante iridata in carica di gigante Tessa Worley.

In cotanto scenario, che ruolo avranno le azzurre? Semplicemente dovranno dimostrare una volta per tutte se sono davvero forti come alcuni pensano, compreso chi scrive queste righe, oppure no. Chissà che questo non sia l’anno del rilancio a tutto tondo di Nadia Fanchini, ginocchia permettendo: la camuna punta a far bene soprattutto in gigante e superG. Con lei l’unica del gruppo delle discipline tecniche ad andare sulle nevi invernali sudamericane è stata Federica Brignone, che ha qualche problema al ginocchio ma per sua stessa ammissione pensa solo ad andare il più forte possibile. Piccolo infortunio alla tibia durante l’estate ora pienamente recuperato per la rientrante Irene Curtoni che ovviamente è attesa ai livelli che le competono, e cioè costantemente nelle prime 10-15 in gigante e slalom o anche meglio, sua sorella Elena deve riscattare una stagione, quella scorsa, che definire negativa è un eufemismo tanto da non essere stata nemmeno convocata per Sochi.

Molto meglio, soprattutto in gigante, è andata Francesca Marsaglia, chiamata a ulteriori progressi anche in velocità. Manuela Moelgg, in progresso nell’ultima parte della scorsa stagione dato che sembra aver vinto la sua eterna battaglia col mal di schiena, e Chiara Costazza, dal rendimento molto altalenante, sono attese con curiosità. E Sabrina Fanchini tornerà ai buoni livelli di tre anni fa in gigante? Detto che Michela Azzola è purtroppo alle prese con cronici problemi a un ginocchio, passiamo al settore velocità, già parzialmente esaminato per Elena Curtoni. Elena Fanchini lo scorso inverno è finalmente tornata sul podio dopo nove anni evidenziando progressi notevoli nei passaggi tecnici ma dopo un paio di cadute si è completamente smarrita.

Verena Stuffer alle soglie dei 30 anni ha fatto la miglior stagione della carriera, speriamo possa ripeterla e magari migliorarla, così come speriamo di rivedere a buoni livelli malgrado gli acciacchi fisici la sua amica per la pelle Johanna Schnarf. Sofia Goggia ha recuperato dall’infortunio al ginocchio ma è ancora lontana dalla forma migliore, c'è da auspicare che questa arrivi in febbraio in coincidenza col grande evento: Sofia è un’attaccante nata, a volte persino troppo, e in una gara secca come quelle dei Mondiali può fare molto bene, come ha già dimostrato a Schladming 2013. Camilla Borsotti ha il posto fisso in superG ma è all’ultima spiaggia, fuori squadra è invece Lisa Magdalena Agerer, talento che si è completamente smarrito e che va assolutamente recuperato.

Daniela Merighetti, la nostra veterana, deve ripartire dall’incredibile quarto posto in discesa a Sochi, quando pochi giorni prima sembrava che dovesse addirittura rinunciare, e dall’ottimo feeling che dice di avere coi nuovi materiali. Infine, le giovanissime: sono molto attese Nicole Agnelli, rallentata da troppi infortuni negli anni passati, Karoline Pichler, argento mondiale junior in gigante che sarà in pista già a Sölden, ma soprattutto Marta Bassino, colei che quel gigante iridato junior a Jasna l’ha vinto davanti a Karoline, oltre a quello che si è aggiudicato in Coppa Europa al Sestriere. Marta è un talento cristallino e sembra avere la testa adatta per poter fare subito bene almeno tra i pali larghi, alla stagione che sta per cominciare l’ardua sentenza. Per chiudere, stavolta per davvero, Denise Karbon: la campionessa di Castelrotto ha annunciato il ritiro lo scorso marzo. Il suo sorriso, che sfoderava sia nei giorni belli sia in quelli tristi, mancherà a tutti.

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