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Lara Gut, coppa di cristallo o di cartone?

Lara Gut, coppa di cristallo o di cartone?
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Lara Gut, coppa di cristallo o di cartone?

Otto anni fa, pochi giorni dopo aver debuttato in Coppa del Mondo nel gigante di Lienz del 28 dicembre 2007, una bionda ragazzina del Canton Ticino di neanche 17 anni vinceva due discese e due superG di Coppa Europa a Caspoggio nell'arco di quattro giorni, dal 15 al 18 gennaio 2008, bastonando avversarie decisamente più grandi di lei. Quella ragazzina, nata il 27 aprile 1991 e residente a Comano, sede degli studi della tv svizzera italiana, si chiamava, e si chiama, Lara Gut, in quella stagione si sarebbe portata a casa il trofeo continentale a braccetto con Marcel Hirscher, proprio colui col quale ha condiviso il trionfo finale odierno in Coppa del Mondo.

Il 2 febbraio dello stesso 2008, alla sua quarta gara e alla sua prima discesa nel circuito maggiore, col pettorale numero 32 avrebbe probabilmente vinto sulla pista Corviglia se non fosse caduta a pochi metri dal traguardo dopo essere atterrata male dall'ultimo saltino, invece finì terza ma ugualmente felicissima. Più predestinata di così… eppure quella gara, disputata a St. Moritz, guarda caso la stessa località dove la ticinese oggi ha festeggiato la sua prima sfera di cristallo generale, è stata per anni la fotografia impietosa della carriera stessa di Lara, e cioè una carriera che fino all'anno scorso era già ricca di vittorie, 12, ma allo stesso tempo piena di occasioni mancate. In altre parole, un'atleta dotata di un talento cristallino come pochi altri che però era rimasto ampiamente inespresso, vedi la stagione 2013-2014, quando vinse più gare di tutte, sette, ma collezionò anche tante uscite. Per la cronaca, quella discesa di otto anni fa in Alta Engadina la vinse una certa Tina Maze, scesa col pettorale numero 47 e con un sole che le altre partite in precedenza non si erano neppure sognate, la slovena proprio con quel trionfo diede la svolta a una carriera che sembrava vederla confinata "solamente" al ruolo di grande gigantista.

E chissà che non possa essere la stessa cosa per Lara, ora che ha raggiunto, in un modo che molti ritengono solamente fortunato e privo di suoi meriti, il primo dei grandi traguardi a cui sembrava essere destinata. Quei molti bolleranno come di "cartone" la sfera di cristallo vinta dalla ticinese, così come furono bollati gli scudetti dell'Inter dopo Calciopoli, definiti di cartone dai detrattori dei nerazzurri. La fortuna di Lara, secondo i suoi detrattori, è consistita nell'anno sabbatico della succitata Maze e soprattutto negli infortuni di Anna Fenninger, Mikaela Shiffrin e Lindsey Vonn, senza i quali la svizzera non avrebbe mai fatto sua la coppona. Opinione perfettamente legittima e anche condivisibile, però vanno ricordate due cose banalissime: primo, rimpiangere gli atleti infortunati o ritirati, in certi casi anche anni dopo il loro ritiro (facciamo solo due nomi, Alberto Tomba e Deborah Compagnoni), non è rispettoso per quelli in attività; secondo, gli infortuni e i ritiri sono sempre esistiti ed esisteranno sempre e casi come quello di quest'anno, magari con meno infortuni ma ugualmente o addirittura maggiormente decisivi per l'esito finale della stagione allora in corso o di quelle successive, ce ne sono stati parecchi.

Ad esempio, tutti ritengono giustamente Annemarie Pröll la più grande sciatrice del ventesimo secolo e forse di sempre, eppure nel 1972 non arrivò alle Olimpiadi di Sapporo da leader di Coppa del Mondo perché preceduta da una fortissima ragazza francese di nome Françoise Macchi, che per sua sfortuna proprio prima dei Giochi si infortunò gravemente al ginocchio e a soli 20 anni dovette di fatto interrompere l'attività. Chissà come sarebbe cambiata la storia di quella stagione e di quelle successive con la transalpina a duellare con la fuoriclasse di Kleinarl… stesso discorso per quanto accaduto nel 1994, quando Pernilla Wiberg si infortunò alle finali di Vail lasciando la strada spianata a Vreni Schneider. E cosa sarebbe successo se Katja Seizinger, costretta al ritiro per essersi distrutta le ginocchia dopo aver dominato due delle tre precedenti stagioni, avesse continuato? E come sarebbe cambiata la storia dello sci se Petra Kronberger non si fosse ritirata a soli 23 anni per mancanza di motivazioni dopo aver vinto tutto, o se Janica Kostelić non avesse subito tutti gli infortuni che ha subito per poi ritirarsi anche lei giovanissima, 24 anni?

Insomma, potremmo fare tanti esempi simili, anche molto recenti, vedi Maria Riesch, che due anni fa si infortunò a Lenzerheide e fu costretta a fermarsi e a lasciare la Coppa a Fenninger nelle ultime gare per poi annunciare il ritiro, ma ci fermiamo qui perché con i se e con i ma non si va da nessuna parte, del resto nessuno mai, nei casi ricordati, ha mai parlato di fortuna di coloro che ne avevano beneficiato, Fenninger compresa. Ci limitiamo ad aggiungere solamente che Gut, quando Vonn ha dovuto fermarsi dopo l'infortunio di Soldeu, aveva un distacco di soli 28 punti dalla statunitense, per cui se la stava comunque giocando alla grande, mentre Hirscher ne aveva 107 di distacco da Aksel Lund Svindal quando il norvegese si è infortunato a Kitzbühel. Non vogliamo assolutamente dire che Marcel non avrebbe vinto la sua quinta Coppa del Mondo consecutiva, anzi, le sue possibilità erano di gran lunga maggiori di quelle di Lara, non fosse altro perché è nettamente il più forte, per non dire addirittura il più polivalente, sciatore del Circo Bianco maschile, ma se proprio si vuol parlare di fortuna allora si devono citare tutti i casi in cui la dea bendata, o se volete l'insipienza degli organizzatori nel voler far disputare a tutti i costi le gare in cui si sono infortunati Svindal e Vonn, ha giocato un ruolo determinante.

Lara è stata indubbiamente fortunata, se vogliamo molto fortunata, ma allo stesso tempo, e lo stesso discorso vale ovviamente a maggior ragione per Hirscher, non ha rubato nulla a nessuno: gli infortuni non sono stati certo colpa della ticinese che tra l'altro in questa stagione, anche grazie ai suoi nuovi materiali, attualmente senza alcun dubbio i più vincenti in campo femminile, ha raggiunto una costanza di rendimento che certamente non è stata pari a quella che la sua grande amica Fenninger ha toccato nelle ultime due stagioni, per non parlare di quella di Maze nel 2012-2013 o di Vonn in quelle precedenti, ma è sicuramente stata la più alta della sua carriera tanto da farle polverizzare il suo record personale di punti, oltretutto ha lottato alla pari con quella che a nostro modesto parere è la più forte sciatrice di sempre, Lindsey Vonn, che quest'inverno ha mostrato una delle sue migliori versioni agonistiche, se non la migliore, anche se poi la lotta con la più giovane avversaria l'ha fatta andare spesso oltre il suo limite, fino al disgraziato infortunio finale in una gara peraltro irregolare.

I successi stagionali della ticinese sono sei, i podi tredici, record personale, per giunta in quattro diverse specialità, fatto da non sottovalutare. Le gare totali vinte in Coppa del Mondo dalla svizzera sono 18 e non dimentichiamo che quando era in piena ascesa e si era messa già al collo due argenti mondiali (prima di compiere i 18 anni tra l'altro), nell'ottobre del 2009 un infortunio all'anca la costrinse a rimanere ferma ai box per l'intera successiva stagione olimpica, per cui non è azzardato pensare che le vittorie avrebbero potuto essere di più, ma ripetiamo, meglio lasciare perdere ciò che poteva essere e non è stato. Altra parentesi: Renate Götschl, una delle più grandi discesiste di sempre, alla stessa età di Gut aveva vinto due gare di meno in Coppa e si portò a casa anche lei la sfera di cristallo generale ma aveva due ori mondiali in più, poi arrivò a un totale di 46 successi nel Circo Rosa, 48 totali nel Grande Sci, ma quella Coppa del Mondo assoluta della stagione 1999-2000 rimase l'unica nella sua bacheca e soprattutto non vinse mai l'oro olimpico. Dal canto suo Vonn all'età dell'elvetica aveva una Coppa generale in più e due ori mondiali in più rispetto a lei ma le gare vinte in Coppa del Mondo non erano molte di più rispetto a quelle della svizzera, quattro.

Ognuno però fa il proprio percorso di vita e di sport indipendentemente dalla precocità più o meno grande, vedremo cosa riuscirà a fare Lara nei prossimi anni ma le possibilità che possa arricchire il suo palmares, specialmente come gare singole vinte, ci sono tutte. Personaggio a tutto tondo fin dal suo approdo nel Circo Rosa, viso e sorriso che conquistano, grande poliglotta, dal carattere estremamente competitivo, "Laretta", questo il suo vezzeggiativo, non ha mai nascosto la delusione per certe sconfitte cocenti, come quella di Sochi 2014 in discesa che lei considera tale pur avendo vinto il bronzo. Non le ha mai mandate a dire a nessuno, si sia trattato di avversarie, tecnici o stampa (incluso chi scrive l'unica volta in cui la intervistò) e per questo è o amata oppure odiata senza mezze misure, anche in Svizzera. Nel film "Tutti giù" è stata perfino attrice, proprio lei che in un momento di estremo nervosismo ha accusato Vonn di esserlo dopo la caduta di Soldeu!

Tornando al verdetto finale di questa stagione, Lara è stata bravissima a cogliere l'occasione estremamente favorevole, vogliamo dire unica: per lei rivincere la Coppa generale, con le avversarie citate in precedenza, sarà quasi impossibile, soprattutto perché Mikaela Shiffrin, che domenica scorsa ha compiuto "solo" 21 anni, nel prossimo futuro ha tutto il potenziale necessario perfino per oscurare la grandezza della connazionale Vonn. Tuttavia, se la salute la assisterà, Lara sarà sempre lì a duellare con le sue grandi avversarie e, come già detto, potrà cogliere altri "successi di tappa", ma soprattutto potrà dedicarsi alla caccia di quel trofeo che non ha mai vinto nemmeno a livello junior, e cioè la medaglia d'oro in una grande manifestazione. Per concludere, il miglior commento alla sua stagione l'ha fatto la stessa Lara dopo aver ricevuto la coppa di superG: "Ingredienti: passione; ore e ore di allenamento; gli sci più veloci del pianeta; persone competenti e incredibili; due genitori fantastici e il miglior fratello che si possa desiderare; un corpo sano. Mescolare il tutto. Aggiungere tonnellate di fortuna, felicità, risate, sudore e pazzia per ottenere il sapore giusto. Risultato: la possibilità di vincere una coppa". Goditi la tua Coppa Lara: non è di cartone, ma di cristallo purissimo.

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