Minacce di morte ad un giornalista svedese per le parole sul caso Johaug

Tra le opinioni più trancianti è stata quella di Lasse Anrell, giornalista del quotidiano svedese Nya Wermlands Tidningen. “Quello dei norvegesi è doping di stato”, ha sentenziato Anrell, invocando di conseguenza la messa al bando per due anni dell’intera squadra. “La verità è che si capiva ad una prima occhiata che Therese Johaug gareggiava in condizioni diverse dagli altri. Procedeva con frequenze che ricordavano quelle delle mezzofondiste cinesi che dominavano nell’atletica, prima di essere pizzicate. O, se preferite, quelle di Johann Mühlegg. Ma tutti amano Johaug. È così importante per questo sport, è così affascinante. Ma è solo una truffatrice di ghiaccio”.

Affermazioni estreme che nemmeno meriterebbero di essere riportate, non fosse per la reazione ancor più estrema che hanno generato. Staffan Santander, capo redattore del quotidiano, ha infatti rivelato che Anrell ha ricevuto addirittura minacce di morte anonime: “La lettera diceva che se Lasse avesse messo piede in Norvegia, gli avrebbero tagliato la testa. La nostra politica è quella di riportare tutte le minacce. Lasciarne passare una potrebbe significare lasciarne passare una di troppo”.

Anrell ha sempre sguazzato nella polemica da bar. In Norvegia, è ricordato soprattutto per una provocazione lanciata a Petter Northug alla vigilia dei Mondiali di Oslo, quando, pronosticando per il fuoriclasse norvegese una spedizione fallimentare, lo ribattezzò “Nolltug” (in svedese, “noll” significa “zero”). Northug vinse tre ori e due argenti, e nella stagione successiva si presentò alla prima uscita in Svezia con l’adesivo “Nolltug” sulla tuta.

In questa occasione, molti altri giornali svedesi si sono però allineati, con misure e sfumature diverse, ai toni di Anrell. Pochi giorni or sono, molte testate svedesi hanno riportato in maniera indegna le dichiarazioni di Gian Franco Kasper, presidente della FIS. Quest’ultimo, interrogato sulla vicenda, si era limitato a giri di parole in tipico linguaggio politico; i giornali svedesi gli attribuirono dure prese di posizione nei confronti di Johaug, manipolando vergognosamente le sue affermazioni.

Nulla di tutto ciò, naturalmente, giustifica le minacce ricevute da Anrell. Una risposta tanto spropositata ben fotografa però il livello raggiunto dalla polemica, sempre più tesa e lontana da una discussione ragionata e fondata sui fatti.