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Paolo Bernardi ci presenta la Coppa del Mondo 2014-'15 di salto con gli sci

Paolo Bernardi: 'Il salto è uno sport individuale, ma la mia filosofia prevede di creare un'armonia di gruppo'
Sci NordicoSalto maschile - Klingenthal

Paolo Bernardi ci presenta la Coppa del Mondo 2014-'15 di salto con gli sci

La stagione 2014-’15 segna il ritorno di Paolo Bernardi all’interno dei quadri tecnici dell’Italia. Il tecnico trentino, 42 anni, in primavera è diventato il capo allenatore del salto maschile azzurro. In questa lunga chiacchierata andiamo ad analizzare assieme le prospettive del team tricolore e, più in generale, cosa può riservare l’inverno del salto con gli sci.

Paolo Bernardi, classe 1972 ed ex combinatista di buon livello (ha rappresentato l’Italia ai Mondiali di Fiemme ’91 e Falun ’93), dal 2004 al 2008 aveva ricoperto il ruolo di allenatore responsabile della combinata nordica azzurra. Quindi è volato oltreoceano e ha fatto parte per un lustro degli staff degli Stati Uniti, prima come skiman e consulente tecnico dalla squadra di combinata nordica (2008-2011) e poi come allenatore del team di salto femminile (2011-2013) con cui ha ottenuto medaglie iridate e olimpiche a ripetizione prima di rientrare in patria.

Lo scorso anno, durante i Giochi olimpici di Sochi 2014, ha commentato le gare di salto e combinata nordica per Sky Sport quindi in questa lunga intervista lo abbiamo interpellato sia nella veste di head coach italiano che in quella di opinionista.                                                                             

L’Italia del salto maschile come esce dall’estate 2014?
“Esce bene, con un buon morale. Per quanto riguarda le nostre punte abbiamo ottenuto risultati intermedi molto rassicuranti, in particolare con Davide Bresadola. Se dovesse ripetersi sugli stessi livelli durante l’inverno significherebbe disputare una stagione fantastica. Inoltre è molto incoraggiante il ritorno a punti di Sebastian Colloredo in tempi così brevi”.

Alle spalle di Bresadola e Colloredo ha visto segnali positivi?
“Assolutamente sì. Andrea Morassi non è ancora pienamente recuperato, ma la sua estate è stata molto produttiva e vogliamo proseguire il percorso intrapreso. Inoltre si sono distinti in positivo dei giovani quali Federico Cecon e Daniele Varesco che fanno ben sperare in un’ottica a medio termine. Guardando ancora più in là Alex Insam, vincendo il titolo italiano junior, ha dato un ulteriore dimostrazione di essere un atleta su cui puntare per il futuro”.

Però ogni medaglia ha il suo rovescio. Ci sono anche delle situazioni difficili?
“Chiaramente non tutto è stato sistemato e sotto questo punto di vista si dovrà lavorare. Per esempio Roberto Dellasega ha vissuto un’estate problematica e nel suo caso bisognerà iniziare un percorso di recupero. Poi Zeno Di Lenardo ha avuto un problema al ginocchio la cui gravità è ancora da valutare appieno. Infine non definirei ‘difficile’ la situazione di Diego Dellasega, lui semplicemente ha avuto un’estate con alti e bassi e per l’inverno cercheremo di trovarci nella condizione migliore per fare punti in Continental Cup”.

A proposito dell’inverno, cosa si aspetta dal 2014-’15?
“Mi aspetto esattamente quello che avevo detto in primavera in fase di presentazione della stagione. Dai singoli vorrei vedere dei risultati che migliorano le prestazioni del recente passato. Parlando invece in generale del movimento l’obiettivo è quello di ritrovare con continuità la zona punti in Coppa del Mondo ed evitare di annaspare in qualifiche difficoltose. Quindi il traguardo deve essere quello di superare con una certa brillantezza le qualificazioni e, per chi ne ha la possibilità, raggiungere i primi 30. Non è chiaramente un obiettivo che verrà centrato sempre, poiché il livello medio del salto speciale è schizzato verso l’alto, ma abbiamo le qualità per provarci e riuscirci”.

Passiamo alle novità regolamentari. Come vede l’ennesimo cambiamento della struttura delle tute?
“Ritengo molto positiva la decisione di aver introdotto una tolleranza minima di 1 cm che in teoria dovrebbe evitare la manipolazione delle tute. Con la tuta a 0 c’era chi riusciva a ‘ciurlare nel manico’ e a far restringere la tuta in determinati punti per creare più superficie nella parte posteriore e nella zona del cavallo. Con queste nuove tute dovrebbero finalmente spegnersi le polemiche sui cavalli troppo bassi”.

La Fis a ottobre ha deciso di permettere l’uso del Back Protector, ovvero una protezione per la schiena. Cosa ci dice su questo particolare?
“Per me la decisione della Fis è stata una sorpresa, quantomeno l’attrezzo è stato regolamentato in maniera tale da evitare situazioni strane. I test effettuati in galleria del vento e sul campo dimostrano come il backprotector penalizzi indiscutibilmente in termini di velocità in pista di lancio, tuttavia non si capisce ancora appieno quali vantaggi possa portare. Per quanto ci riguarda Sebastian ha detto di trovarsi bene e a suo modo di vedere ne potrebbe trarre giovamento a livello di vestibilità della tuta. Quindi lo sta testando con decisione e se dara' risultati positivi potrebbe utilizzarlo in gara”.

Passiamo a un’ottica internazionale. Come vede la stagione 2014-’15 in generale? Chi vede favorito per vincere la Coppa del Mondo?
“Secondo me il favorito numero 1 è Gregor Schlierenzauer. Se lo scorso anno, con tutti i problemi avuti, era sesto nella generale, immaginatevi cosa può fare ora che ha ritrovato le motivazioni e la stabilità tecnica. D’altronde stiamo parlando di uno dei saltatori più forti di tutti i tempi. Il suo principale avversario sarà secondo me Kamil Stoch, magari non ha vissuto un’estate brillantissima, ma lui è abituato a partire piano e trovare la quadra strada facendo. Come terzo incomodo metto Anders Bardal, si è visto poco negli ultimi mesi, ma sono sicuro che durante l’inverno sarà al top”.

Cosa ci dice di Peter Prevc e Severin Freund, rispettivamente secondo e terzo della classifica generale lo scorso anno?
Prevc ha vissuto un’estate fatta di luci e ombre. È partito fortissimo, ma si è spento strada facendo. Inoltre negli ultimi allenamenti pre-stagionali non ha convinto del tutto. La qualità non è in discussione, ma credo che nell’inizio farà più fatica del solito. Se riuscirà a non perdere troppi punti nella prima fase dell’inverno allora potrà anche diventare da corsa. Freund invece non mi ha convinto. In generale non metto alcun un tedesco tra i favoriti per la Coppa del Mondo perché tendono ad avere passaggi a vuoto. D’altronde è comprensibile perché hanno un modo di saltare che si basa molto più sul fisico rispetto a quello delle altre nazioni, quindi sono più portati ad avere cali che nell’economia di una stagione fanno mancare tanti punti. Però attenzione, la Germania potrebbe veramente vincere la Coppa per nazioni perché si stanno vedendo tante cose interessanti e hanno un elevato numero di atleti con la potenzialità di salire sul podio a ripetizione. Insomma, gli manca la punta di diamante, ma la qualità media è impressionante”.

Detto della Germania, facendo un discorso sulle varie squadre nazionali cosa ci dice della tanto chiacchierata Norvegia?
“Malgrado le polemiche sui materiali e i problemi avuti con le squalifiche repentine di settembre, vedo una Norvegia molto più in palla dello scorso inverno. Bardal è una certezza, ma non c’è solo lui. Loro hanno recuperato più di un’atleta e hanno dei giovani in rampa di lancio che possono fare bene”.

Si riferisce a Phillip Sjøen. Può essere lui il nome nuovo dell’inverno?
“Sì, lui può essere la rising star del 2014-’15. A mio modo di vedere durante l’estate ha mostrato un livello di salto in grado di farlo stare nelle posizioni di vertice in Coppa del Mondo. Avrebbe potuto essere affiancato da Jakub Wolny, migliorato tantissimo, ma bisogna vedere cosa combinerà dopo l’infortunio. Non è più giovanissimo e non sarebbe un nome del tutto nuovo, ma Gregor Deschwanden raramente è riuscito a portare in gara quanto fatto in allenamento, ce la facesse sarebbe da top ten in molte gare. Per il resto non vedo giovanissimi in rampa di lancio, ma vedo più probabili i ritorni di nomi illustri decaduti”.

Per esempio?
“Sicuramente Roman Koudelka, se non dovesse avere i gravi problemi di salute avuti di recente può tornare quello in grado di chiudere nei primi 10 della generale e magari provare a vincere finalmente una gara. Poi c’è Piotr Zyla, un atleta a cui mancherà sempre la continuità, ma i cui picchi possono essere anche da vittoria. Infine c’è Taku Takeuchi, se ha risolto i suoi guai fisici potrà dare fastidio a tutti”.

A proposito di giapponesi con problemi fisici. Torneremo a vedere il Daiki Ito del 2011-’12?
“Ito è l’oggetto misterioso per antonomasia. I nipponici non hanno l’abitudine di dire le reali problematiche fisiche degli atleti, quindi spesso non si sa bene il perché o il percome delle assenze. Il discorso, ovviamente, vale anche per Noriaki Kasai e i suoi dolori alla gamba”.

Invece chi pensa potrebbe essere una delusione?
“Secondo me la Slovenia si presenta ai nastri di partenza meno di forte di quello che tanti numeri e tante risultati estivi possono dare a pensare. Io li vedo un pelino più in difficoltà di quanto non si possa credere, a parte Jernej Damjan che mi pare molto stabile”.

Ha riaperto l’argomento squadre nazionali, parliamo allora dell’Austria. Ha perso Thomas Morgenstern. Schlierenzauer avrà quindi su di sé l’onere di ottenere tutti i risultati più pesanti?
“Se parliamo di vittorie forse sì, ma ce ne sono almeno altri due che possono stare nella top ten con continuità e provare a salire sul podio. Parlo di Michael Hayböck e Stefan Kraft. Al primo manca qualcosa per fare il definitivo salto di qualità, soprattutto in fase di volo, ma sta diventando molto consistente. Il secondo invece non è ancora molto stabile, ma potrebbe avere picchi in cui lo troviamo nelle primissime posizioni”.

Non ha fatto il nome di Thomas Diethart…
“Lui ha vissuto il suo mese e mezzo di grazia e adesso si è assestato su un livello più basso rispetto a quello di gennaio-febbraio 2014. Non lo vedo ripetere l’exploit dell’anno passato nella Tournée”.

Chiudiamo parlando di Simon Ammann. In estate lo si è visto pochissimo e non ha certo brillato. Ha deciso di proseguire per tentare di vincere la Tournée. Per come lo ha visto ha delle chance o ha utopia?
“Vale un po’ lo stesso discorso fatto per Schlierenzauer. L’anno scorso, pur molto silenziosamente e con tanti passaggi a vuoto, è riuscito a chiudere settimo in classifica generale, stiamo quindi parlando di un fuoriclasse. Io penso possa togliersi ancora delle soddisfazioni”.

E gli appassionati italiani si toglieranno delle soddisfazioni?
"Io la sfera di cristallo per prevedere il futuro non ce l'ho ancora, ma sicuramente lavoreremo per ottenere il massimo del nostro potenziale".


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