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Tina Maze, una carriera che la pone tra le grandi dello sci

Tina Maze, una carriera che la pone tra le grandi dello sci
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Tina Maze, una carriera che la pone tra le grandi dello sci

Ripercorriamo la strada agonistica di Tina Maze, una carriera che specialmente negli ultimi anni, fino alle finali di Méribel del 2015, è stata clamorosa..

Nata il 2 maggio 1983 a Slovenj Gradec, la famiglia di Tina si trasferì quando lei era molto piccola dal suo vecchio paese di residenza, Prevalje, a quello nuovo di Črna na Koroškem, la località della Carinzia slovena dove Tina (il suo nome completo è Klementina) è cresciuta e dove ha imparato a sciare fin dall’età di tre anni. Dopo aver vinto nel 1996 e nel 1998 la Whistler Cup, una delle più importanti manifestazioni a livello giovanile, nel novembre 1998 disputa le sue prime gare FIS mettendosi subito in grande evidenza tanto da esordire poche settimane dopo, il 2 gennaio 1999, addirittura in Coppa del Mondo, nel gigante di casa a Maribor, quando deve ancora compiere 16 anni. Si cimenta sporadicamente anche in Coppa Europa, manifestazione in cui vincerà due giganti nel 1999-2000, stagione in cui arriva seconda nella classifica finale delle porte larghe, invece in tre edizioni dei Mondiali juniores dal 1999 al 2001 il suo miglior risultato sarà un sesto posto a Verbier nel 2001 in gigante.

In Coppa del Mondo la sua crescita è lenta ma costante: il 28 ottobre 2000 c’è il suo primo piazzamento in zona punti, quando è ventiquattresima nel gigante di Sölden, il suo primo piazzamento top ten è il decimo posto nel gigante di Maribor del 6 gennaio 2001, il suo primo podio è il secondo posto sempre a Maribor e sempre tra le porte larghe il 4 gennaio 2002. Il 26 ottobre 2002 arriva la prima vittoria nel gigante di Sölden e la divide ex-aequo con la norvegese Andrine Flemmen e con l’austriaca Nicole Hosp, quest’ultima sua coetanea e anche lei al primo successo in Coppa. Nei primi anni di carriera Tina eccelle soprattutto in gigante e piazza qualche podio anche in superG ma per vincere di nuovo deve aspettare la stagione 2004-2005 quando di giganti ne vince ben tre, è di nuovo prima a Sölden all’inizio della stagione 2005-2006 ma poi ha una progressiva involuzione fino al 2 febbraio 2008 quando, col pettorale numero 47 e con una visibilità decisamente migliore di quella che hanno avuto le big della specialità trionfa a sorpresa nella discesa di St. Moritz.

E’ quella la gara della rinascita per Tina ma la svolta vera arriva alla fine di quell’inverno: pur continuando a difendere i colori della Slovenia crea un suo team privato scollegato dal resto della federazione che l’accompagnerà per tutto il resto della sua carriera e il cui fulcro sarà l’allenatore-fidanzato italiano Andrea Massi, inoltre cambia materiali passando da Rossignol a Stöckli, scelta anche questa pienamente azzeccata. Da questo momento Tina, che oltretutto è fisicamente integra e avrà la fortuna di non subire infortuni gravi anche per tutto il resto della sua carriera, comincia a entrare piano piano in un’altra dimensione: pur vincendo poche gare, due in gigante nel 2008-2009, una in gigante nel 2009-2010, una in combinata e una in slalom nel 2010-2011, addirittura nessuna nel 2011-2012, è molto costante nei risultati tanto da scalare costantemente posizioni nella classifica generale di Coppa del Mondo: prima sesta, poi quarta, poi terza e poi addirittura seconda senza neanche un successo ma con dieci podi stagionali. Inoltre arrivano le prime medaglie pesanti: ai Mondiali del 2009 è argento in gigante, a quelli del 2011 oro in gigante e bronzo in supercombinata, alle Olimpiadi di Vancouver 2010 argento in superG e gigante.

Ma la sua stagione d’oro è indubbiamente il 2012-2013. In Coppa del Mondo vince in tutte e cinque le specialità (solo Petra Kronberger e Janica Kostelić ci erano riuscite in campo femminile nello stesso inverno): cinque volte in gigante, una in discesa, una in superG, due in slalom e due in combinata, finisce 24 volte sul podio, record stagionale di sempre, in 35 gare (e i piazzamenti tra le prime dieci sono addirittura 32!), si aggiudica i trofei di gigante e superG sfiorando anche quelli di discesa e slalom ma soprattutto si porta a casa la Coppa del Mondo generale raggiungendo una quota di punti, 2414, che sarà difficilmente battibile in futuro. Ai Mondiali di Schladming poi è oro in superG e argento in gigante e combinata. L’inverno successivo va a rilento in Coppa del Mondo, solo una vittoria in discesa a Cortina d’Ampezzo ma è comunque quarta nella classifica generale, e punta tutto sull’unico alloro che le manca, l’oro olimpico, e puntualmente lo centra, addirittura due volte, in discesa ex-aequo con Dominique Gisin e in gigante.

Infine la stagione appena conclusa nella quale dà vita a un duello leggendario con Anna Fenninger: tre vittorie a dicembre, una in slalom, una in discesa e una in gigante a Åre il 12 dicembre, poi deve subire l’impressionante ritorno dell’austriaca ma resta in gioco fino all’ultima gara, il gigante di Méribel del 22 marzo, nella quale è terza ma sorpassata nella classifica generale da Anna che conquista la sua seconda Coppa del Mondo consecutiva. Sempre con la 25enne del Salisburghese duella anche ai Mondiali di Vail/Beaver Creek: è da lei battuta per 3 centesimi in superG ma si prende la rivincita in discesa per 2 centesimi e poi si mette anche al collo l’oro della combinata.

In chiusura un po’ di numeri: 400 gare tonde tonde disputate in Coppa del Mondo con 26 vittorie (dodicesima di sempre ex-aequo con Michaela Figini) delle quali 4 in discesa, 1 in superG, 14 in gigante (terza di sempre ex-aequo con Lise-Marie Morerod e Anita Wachter), 4 in slalom e 3 in combinata, ha inoltre collezionato 81 podi totali (settima di sempre ex-aequo con Maria Riesch) e 172 piazzamenti totali tra le prime dieci (settima di sempre); otto edizioni dei Mondiali disputate dal 2001 al 2015 con un bottino di 4 ori e 5 argenti; quattro edizioni dei Giochi Olimpici invernali disputate dal 2002 al 2014 con un bottino di due ori e due argenti.

Insomma, una fuoriclasse clamorosa che ha caratterizzato un periodo forse irripetibile per lo sci femminile, costellato dalla presenza di molte grandissime campionesse, su tutte la più grande di sempre, Lindsey Vonn, con la quale Tina ha dato vita a ripetuti duelli senza esclusione di colpi, uscendone il più delle volte battuta ma mai doma. Ora invece, al termine di una stagione estenuante seguita da un anno sabbatico che ha fatto dal preludio al definitivo ritiro, Tina lascia il campo alle altre e non possiamo farle che un grosso in bocca al lupo per la sua vita senza le gare.

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