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Julia Antipova proseguirà in Israele la dura battaglia contro l'anoressia

Julia Antipova proseguirà in Israele la dura battaglia contro l'anoressia
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Julia Antipova proseguirà in Israele la dura battaglia contro l'anoressia

Dopo qualche settimana di giustificato silenzio, è tornata agli onori delle cronache la desolante storia di Julia Antipova, pattinatrice russa afflitta da una preoccupante forma di anoressia.

La sedicenne moscovita, in compagnia dei genitori, è partita oggi alla volta di una località israeliana, dove conta di essere ricoverata al più presto in una clinica specializzata nel curare la grave patologia. Ciò premesso, le ultime notizie non possono essere ritenute incoraggianti.

Il trasferimento, secondo quanto riferito da Valery Antipov, padre dell’atleta, si sarebbe reso necessario a fronte della scarsa efficacia dei trattamenti cui la giovane pattinatrice sarebbe stata finora sottoposta. Infatti, a partire dal 12 settembre, giorno in cui è avvenuto il ricovero presso una struttura moscovita ad hoc, il peso ha continuato ad oscillare tra i 25,45 kg. e i 27,30 kg.  Peraltro, dopo ogni piccolo aumento, è sempre avvenuto un crollo repentino a distanza di poche ore.

Valery Antipov ha anche tracciato una sorta di cronistoria dell’ultimo mese, rimarcando come i problemi nel rimanere in Russia fossero di due ordini. In primis, la mancanza di figure altamente specializzate nella cura dell’anoressia, e, in secondo luogo, la difficoltà nel capire la vera causa della patologia. A suo dire, non c’erano più le condizioni per fare a meno di personale altamente qualificato in psicologia e psicoterapia in quanto Julia Antipova sarebbe ancora in lotta contro quelli che un tempo le sono stati dipinti come i tre principali nemici per un’atleta: acqua, pane e pasta. A tal proposito, per supplire in qualche modo al fatto d non bere più di 100 grammi di liquidi al giorno, si era addirittura autoconvinta che una valida alternativa fosse quella di fare numerose docce ed aveva iniziato ad abusare di limoni per togliersi la sete.

Il quadro clinico è degenerato nei primi giorni di ottobre, quando Julia, dopo qualche piccolo miglioramento, ha ricominciato a rifiutarsi di bere e soprattutto di convivere per dodici ore al giorno con le flebo nelle vene. In data 8 ottobre, la ragazza è tornata a casa e, pur avendo mantenuto una certa riluttanza nel bere, ha iniziato ad assumere un atteggiamento più collaborativo sul resto, riuscendo a non perdere peso. Proprio il fatto che, tra l’8 e il 18 di ottobre, il peso sia rimasto di 25,7 kg. ha convinto la famiglia dell’inefficacia delle cure precedenti.

Valutata la situazione, si è deciso, nonostante alcune difficoltà di carattere logistico legato al finanziamento immediato delle spese e allo scoglio della lingua, di anticipare i tempi del trasferimento in Israele, inizialmente pianificato, di concerto con la federazione russa, per i primi giorni di novembre.

Le condizioni di nostra figlia sono ancora preoccupanti”, ha dichiarato  Antipov, “In questo momento, la salute di Julia viene prima di ogni altra cosa. Si tratta di un diritto di Julia e di un dovere che abbiamo come genitori. Fortunatamente, tutte le parti coinvolte nella vicenda hanno messo in secondo piano risentimento e incomprensioni trovando la soluzione migliore per aiutare una ragazza di sedici anni in grande difficoltà. Siamo contenti che la nostra proposta di proseguire le cure in una clinica straniera sia stata ascoltata e compresa dai vertici della federazione russa di pattinaggio di figura, che ci supporteranno dal punto di vista economico. Vogliamo essere fiduciosi e pensare positivo perché, anche nel momento più critico, Julia non ha perso l’abitudine di mangiare una barretta di cioccolato prima di andare a dormire. Questa fatto ci rende ottimisti”.

Il viaggio verso Israele si sarebbe svolto senza intoppi, ma la battaglia più difficile deve ancora iniziare.

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