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Patrice Lauzon: vogliamo prendere il meglio dalle scuole americana ed europea di danza su ghiaccio

Patrice Lauzon: We want to take the best from the American and European Ice Dance schools
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Irene Villalón Vázquez

Figure SkatingFigure skating - interviste

Patrice Lauzon: vogliamo prendere il meglio dalle scuole americana ed europea di danza su ghiaccio

La nostra collaboratrice Laura Sciarrillo ha incontrato Patrice Lauzon, danzatore canadese e ora allenatore a tempo pieno a Montreal, subito dopo la Free Dance dei suoi pattinatori. Patrice ha gentilmente risposto alle nostre domande riguardo l'inizio della sua carriera di allenatore, il suo team di lavoro e la sua coppia di punta, i danzatori spagnoli Sara Hurtado/Adrià Dìaz.

Perché ha cominciato ad allenare poco dopo il suo ritiro dalle competizioni, senza trascorrere molti anni facendo show in giro per il mondo?

Dato che io e Marie-France abbiamo dovuto trasferirci oltreoceano per trovare una pista di alto livello dove allenarci, prima della fine della nostra carriera avevamo già deciso che una volta ritiratici avremmo fondato una scuola di danza a Montreal, la nostra città. Pensavamo che fosse stupido essere costretti ad allenarci in Europa quando solo nella città di Montreal ci sono un centinaio di piste... Quindi, dopo esserci ritirati dalle competizioni e aver fatto alcuni show, abbiamo fondato la nostra scuola.

 

Lei è l'allenatore dei danzatori spagnoli, Sara Hurtado/Adrià Díaz, da alcune stagioni ormai. Come avete cominciato a lavorare insieme? Su cosa vi siete concentrati all'inizio, dato che loro non avevano mai pattinato in coppia prima?

Sono venuti da noi a metà della stagione 2011/2012, circa tre settimane prima dei campionati europei. Non avevamo molto tempo a disposizione per prepararci a quella gara, ovviamente, così ci siamo solamente concentrati sull'allenarli e renderli il più pronti possibile per gli europei. Dopodichè abbiamo lavorato molto sulle skating skills di base della danza: pattinare insieme, avere un buon scivolamento sul ghiaccio, migliorare le prese di danza.

 

La loro Free Dance è molto particolare, ce la può descrivere e raccontarci come siete arrivati a questa idea e come l'avete sviluppata?

É senz'altro una Free Dance particolare! L'abbiamo scelta tutti insieme: Marie-France, io ed i ragazzi. È la storia del pittore Picasso e della sua più amata musa, Dora Maar. La musica è tratta dal film “Surviving Picasso”. Sono stato io a trovarla, e pensavo che fosse una musica estremamente bella; a Sara ed Adrià è piaciuta subito e quindi Marie-France e David Wilson hanno costruito la coreografia su di essa. Sara e Adrià non avevano mai lavorato con David.

Volevamo fare qualcosa di spagnolo per la stagione olimpica, i ragazzi volevano fermamente pattinare su di una musica spagnola, ma non un tango o un flamenco: qualcosa di autentico ma non già sentito. La parte finale del programma è in realtà una antica poesia spagnola, contata dalla cantante spagnola Estrella Morente.

Sara e Adrià sono un team speciale: c'è una particolare sintonia tra di loro, ed è per questo che ho pensato che sarebbero stati in grado di interpretare al meglio questa storia sul ghiaccio.

 

Ho notato che oggi hanno ricevuto applausi anche solo durante l'esecuzione di elementi di transizione. Non è comune a questo livello di danza su ghiaccio.

Sì, cerchiamo sempre di rifinire i loro programmi il più possibile. Ovviamente hanno bisogno di migliorare sotto molti aspetti e pattinano insieme da pochi anni, ma non vogliamo che siano un team che ricicla elementi da un anno all'altro o che esegue sempre gli stessi elementi. È per questo che cambiamo i sollevamenti ogni anno, per esempio. Tutti quanti. Non avrebbe senso inserirli in un programma se non sono pertinenti alla storia o al carattere della danza.

 

Abbiamo parlato dei suoi allievi, parliamo ora di lei e Marie-France: che tipo di allenatori ritenete di essere, dal punto di vista stilistico?

Beh, cerchiamo di unire gli stili americano ed europeo di interpretare e sviluppare la danza sul ghiaccio. Ovviamente sto generalizzando adesso, ma definirei il pattinaggio americano più veloce e potente, concentrato sugli elementi, sulla loro esecuzione perfetta. Tessa e Scott sono un'eccezione, a mio parere. La scuola europea invece è incentrata sull'interpretazione, sul raccontare una storia, esprimere emozioni, mostrare il lato teatrale della danza. Io e Marie-France stiamo cercando di mischiare tutti questi aspetti, prendendo qualcosa da entrambe le scuole.

 

Come organizzate il vostro lavoro? Lavorate entrambi su tecnica e coreografia o i vostri ruoli sono differenti?

Marie-France è la coreografa e io sono l'allenatore tecnico.

 

Spesso le scuole di danza fanno affidamento su attori, mimi o altre figure “esterne” per arricchire l'allenamento dei proprio allievi. È lo stesso per voi?

Sì, abbiamo insegnanti di balletto, di ballo da sala, insegnanti di teatro. Per esempio, Sara e Adrià hanno lavorato molto con il nostro insegnante di recitazione durante l'estate.

 

Oltre ai danzatori spagnoli so che allenate una coppia di danza canadese, Élisabeth Paradis/François-Xavier Ouelette. Avete anche altri danzatori, a parte questa due coppie?

Sì, alleno anche i danzatori junior Carolane Soucisse/Simon Tanguay, canadesi anch'essi. Entrambi i team canadesi non hanno eseguito un buono schema ai campionati nazionali di Ottawa, ma poi nella Free Dance si sono riscattati. Paradis/Ouelette erano quinti nel secondo segmento di gara, mentre Soucisse/Tanguay si sono piazzati perfino secondi nella Free Dance. Io e Marie-France alleniamo anche i danzatori danesi Laurence Fournier Beaudry/Nikolaj Sørensen.

 

Ho un'ultima domanda: com'è lavorare con la propria moglie ogni giorno?

(ride) Non credo che mi abbiano mai fatto questa domanda! Non è affatto difficile. In realtà, quando pattinavamo insieme durante la nostra carriera agonistica ci vedevamo ogni singolo giorno dell'anno. Adesso o io o lei siamo in viaggio per lavoro. Lei ha appena finito di pattinare nello show televisivo Battle Of The Blades, e adesso io sono qui ai campionati europei, quindi posso dire che non è difficile lavorare insieme dato che adesso non ci vediamo tutto il giorno, tutti i giorni. Una volta abbiamo calcolato che in quattordici anni siamo stati separati solo per due giorni interi...non è molto!

 

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