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Martin Fourcade: "Voglio eguagliare Bjørndalen, ma il futuro sarà sempre più difficile"

Riflessioni di fine anno, settore maschile. Martin Fourcade protagonista assoluto
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Martin Fourcade: "Voglio eguagliare Bjørndalen, ma il futuro sarà sempre più difficile"

Martin Fourcade, in un breve intervento su Radio France, ha fatto il punto della situazione a metà della sua estate, parlando a tutto campo della stagione ventura, del passaggio del suo mentore Siegfried Mazet ai rivali norvegesi e di quanto si diverta ancora nel praticare biathlon.

Su quale sia l'attuale rapporto con la disciplina e quale possa essere l'obiettivo principale da raggiungere, ha spiegato che "per uno sportivo di alto livello è davvero piacevole anche la semplice sensazione di vedere i bersagli chiudersi. Fino a quando nella mia quotidianità continuerò a divertirmi, non vedo ragione di smettere. Anzi, a questo punto vorrei davvero riuscire a eguagliare Ole Einar Bjørndalen per numero di Coppe del Mondo vinte".

Il francese, 28 anni da compiere a settembre, ha conquistato le ultime 5 Sfere di cristallo, pertanto gliene manca solo una per raggiungere il norvegese, dal canto suo impostosi 6 volte nella classifica generale.

In merito alla decisione dello scandinavo di proseguire la sua carriera fino ai Giochi olimpici di Pyeong Chang 2018, quando avrà 44 anni, il catalano ha commentato: "In questo senso invece non sogno di imitarlo. Lo ammiro come atleta ed è impressionante pensare ai traguardi che è in grado di raggiungere nonostante la sua età. Soprattutto è incredibile vederlo ancora motivato a fare sacrifici dopo tutto quello che ha vinto. Io però ho una personalità molto diversa, e sono sicuro che la mia vita senza biathlon sarà piacevole tanto quanto quella che sto vivendo ora".

A proposito di futuro, il dominatore del circuito maschile ha parlato anche di quello da biathleta, facendo intendere di non dare per scontato il perdurare della sua supremazia: "Penso che diventerà sempre più difficile, perché mi troverò a fronteggiare chi arriverà in alto e avrà un'enorme motivazione, oltre a qualità fisiche al di fuori dal comune. È paradossale, perché io sento di stare migliorando, ma al tempo stesso percepisco che in alcuni ambiti per me il futuro sarà più duro del presente. Per esempio, da qui a qualche anno avrò bisogno di più tempo per recuperare dagli sforzi, mentre ora il mio corpo risponde benissimo".

Fourcade non lo nomina, ma le sue parole sembrano riferite a Johannes Bø, il quale peraltro da questa stagione si può avvalere dei servigi del tecnico del tiro Sigfired Mazet, fino a pochi mesi fa mentore proprio di Martin. Su questo tema il transalpino ha confessato di aver fatto fatica ad accettare la scelta dell'allenatore, perché "ci trovavamo proprio nel mezzo di un ciclo che va da Sochi a Pyeong Chang e sento che la nostra esperienza lavorativa non fosse ancora terminata, ma si sia conclusa in maniera forzata. Ecco perché fatico ad accettare questo addio".

Mazet ora seguirà gli avversari principali dell'atleta di Fort Romeu, ansioso però di spiegare come il rapporto con i norvegesi sia ottimo: "Sono venuti a mangiare a casa mia, ci inviamo messaggi durante l'estate per sapere come stiamo. Non so mai sarà possibile, ma un giorno spero di poter anche andare in vacanza con loro. In pista la nostra rivalità è enorme, ma è tutto fuorché malsana".

Infine, riguardo ai propositi di ritiro precoce dopo Sochi 2014 espressi quando si era appena affacciato nel circuito maggiore, Fourcade ha riflettuto, concludendo il suo intervento affermando che "magari, se non avessi fatto quel pensiero, non mi sarei mai reso conto di quanto amo quanto sto facendo in questo momento".

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