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Martin Fourcade: "Fare meglio di Bjørndalen? No, non sacrificherò la mia vita allo sport"

Martin Fourcade: 'Fare meglio di Bjørndalen? No, non sacrificherò la mia vita allo sport'
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Martin Fourcade: "Fare meglio di Bjørndalen? No, non sacrificherò la mia vita allo sport"

Martin Fourcade, di ritorno da Khanty-Mansiysk, è stato ospite della trasmissione radiofonica "Super Moscato Show". Riportiamo i passaggi più interessanti di quanto dichiarato dal francese riguardo il recente passato e il futuro, più o meno prossimo.

Martin, lei ha vinto la Coppa del Mondo per la quarta volta consecutiva, un fatto inedito nella storia del biathlon. Quali sono i suoi sentimenti al riguardo?

"Sono molto fiero. Se nessuno ci era ancora riuscito vuol dire che è un traguardo difficilissimo da raggiungere. Come sportivo è un piacere realizzare un'impresa di questo tipo. Vincere una Coppa del Mondo è un'emozione molto più profonda che vincere una gara secca. Se devo essere sincero era l'obiettivo che mi ero posto quando sono guarito dalla mononucleosi. Non è stato facile, soprattutto a gennaio, ma mi stava veramente a cuore".

Relativamente a questa stagione, qual è la cosa di cui va più fiero?
"Il numero di gare vinte. Nonostante una stagione difficile sono riuscito a primeggiare 8 volte. Vincere la generale è una grande prova di regolarità ad alto livello, ma vincere 8 gare è la prova che sono stato anche molto performante. Questa era la cosa che mi preoccupava maggiormente, di non essere più l'atleta più forte, perché non avrei saputo come gestirmi".

Lei ha l'ambizione di fare meglio di Ole Einar Bjørndalen e diventare il biathleta più vincente di sempre?
"No, perché Bjørndalen ha 42 anni ed è ancora molto performante. La sua non è una scelta meramente professionale, si tratta di una vera e propria scelta di vita. Io non credo che sacrificherò la mia vita allo sport. Mi godo questo momento, ma alla sua età sicuramente farò altro. Ci sono altri interessi che voglio coltivare e non credo di poterlo fare se facessi biathlon fino a 42 anni. In ogni caso nel 2010 ero convinto che avrei smesso dopo Sochi 2014. Invece oggi sono ancora un biathleta e vedo ancora il biathlon nel mio futuro".

Cosa farà una volta ritiratosi?
"Ho alcune idee, ma ancora niente di concreto. Adoro lo sport e anche dopo il ritiro vorrei lavorare in questo campo. Però non dal punto di vista agonistico, non mi vedo come un allenatore o un manager. Invece mi interessa parecchio l'ambito del marketing sportivo".

Parlando di sportivi, quali sono i suoi eroi d'infanzia?
"Sono stato un fan di Hicham El Guerrouj, il mezzofondista marocchino e anche di Michael Phelps. Quello che ha fatto nel nuoto è incredibile".

Lei diventerà padre, questo fatto cambierà il suo approccio allo sport?
"Sicuramente cambieranno delle cose, ma la mia è una scelta, non si tratta di un incidente. Ci ho riflettuto molto e mi sono sentito pronto alla paternità".

È vero che ha in progetto di andare a vivere in Norvegia?
"Si tratta proprio di un progetto. Voglio viaggiare e per qualche mese immergermi come biathleta in quella nazione. I norvegesi amano il biathlon e anche se ti riconoscono sono molto riservati, non vengono a disturbarti".

E per quanto riguarda lo sci di fondo? Sarà al via di alcune gare il prossimo anno?
"Presto per dirlo, al momento non ho ancora programmato alcunché per il prossimo inverno. Non voglio dire stupidaggini, quindi non dico niente al riguardo. Però non posso negare che gareggiare anche nello sci di fondo sia un mio desiderio, è una cosa che mi solletica".

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